La sicurezza nei luoghi di lavoro è un aspetto cruciale per garantire l’incolumità dei lavoratori e la conformità alle normative vigenti. Tra i rischi più concreti che si possono presentare nei luoghi di lavoro figura il rischio elettrico, che richiede una tutela adeguata da parte dei datori di lavoro, attraverso la verifica periodica dell’impianto di messa a terra. Questo controllo permette di garantire che l’impianto elettrico sia sicuro per i contatti indiretti, riducendo così le possibilità di folgorazione e altri incidenti correlati.
Ma quali sono le normative che regolano queste verifiche? E quando devono essere effettuate? In questo articolo, esploreremo l’importanza di queste verifiche e le differenze tra controlli biennali e quinquennali.
Che cosa sono le verifiche degli impianti di messa a terra
Le verifiche degli impianti di messa a terra sono controlli periodici obbligatori per legge, pensati per garantire che l’impianto di messa a terra funzioni correttamente e rispetti le norme di sicurezza. Questi controlli sono fondamentali per proteggere i lavoratori dai rischi elettrici, in particolare dai contatti indiretti, che possono causare scosse elettriche sul lavoratore.
In pratica, il sistema di messa a terra serve a “scaricare” in modo sicuro le correnti elettriche anomale, evitando che queste possano raggiungere le persone e provocare incidenti. La legge stabilisce che queste verifiche vengano eseguite da enti specializzati e indipendenti, come Eurisp Italia, per assicurarsi che l’impianto sia sicuro e a norma.
Ma cos’è esattamente un impianto di messa a terra?
Un impianto di messa a terra è un sistema che ha lo scopo di “collegare” le parti metalliche di un impianto elettrico al terreno, in modo che eventuali correnti elettriche anomale, che potrebbero verificarsi in caso di guasti, vengano disperse nel terreno in sicurezza.
L’impianto si compone principalmente di tre parti:
- Dispersore: una o più parti metalliche, come barre o piastre, collocate nel terreno per disperdere la corrente elettrica.
- Conduttore di terra: il cavo che collega le parti metalliche dell’impianto elettrico al dispersore.
- Collegamenti equipotenziali: cavi che mettono in comunicazione le varie parti metalliche presenti in un edificio, garantendo che non vi siano differenze di potenziale pericolose.
Normative di riferimento: cosa dice la legge
In Italia, gli obblighi relativi alla verifica degli impianti di messa a terra per i datori di lavoro sono regolati dal D.P.R. 462/01, che stabilisce la necessità di eseguire controlli periodici per garantire la sicurezza degli impianti elettrici nei luoghi di lavoro. Il decreto specifica la responsabilità del datore di lavoro nel garantire che tali verifiche vengano effettuate da organismi abilitati, in conformità con le normative tecniche applicabili.
La periodicità delle verifiche è anch’essa stabilita dal D.P.R. 462/01, distinguendo tra verifiche biennali per ambienti a maggior rischio, come cantieri o aree con pericolo di esplosione, e verifiche quinquennali per ambienti a rischio minore, come uffici e negozi. Le normative tecniche forniscono ulteriori dettagli sulle modalità di esecuzione delle verifiche e sui requisiti tecnici specifici
Verifiche biennali e quinquennali, quando sono necessarie
Le verifiche biennali sono obbligatorie in ambienti ad alto rischio per la sicurezza dei lavoratori, come i cantieri temporanei e mobili, i locali ad uso medico e le aree con pericolo di esplosione. In questi contesti, il rischio di incidenti è elevato, rendendo necessario un controllo più frequente per garantire la protezione dei lavoratori dai pericoli elettrici, come previsto dal D.P.R. 462/01.
Per quanto riguarda i cantieri, essi includono luoghi in cui si eseguono lavori temporanei come costruzione, demolizione, manutenzione o ristrutturazione di opere fisse o mobili, regolati dal D.Lgs. 81/2008, che definisce le misure di sicurezza necessarie per tali ambienti. I locali ad uso medico, come ambulatori e ospedali, sono anch’essi soggetti a verifiche biennali per assicurare che l’impianto di messa a terra riduca al minimo i rischi di contatti elettrici pericolosi, in conformità con la norma CEI 64-8/7.
Per le aree con pericolo di esplosione, le verifiche si applicano agli impianti installati in luoghi classificati come pericolosi secondo la normativa EN 60079-10 per la classificazione delle aree a rischio e EN 60079-14 per l’installazione e manutenzione di impianti in tali zone.
Le verifiche quinquennali, invece, si applicano in tutti gli altri ambienti caratterizzati da un rischio inferiore, come uffici, negozi e magazzini. Tuttavia, se le condizioni di rischio cambiano, le verifiche possono essere anticipate per garantire la sicurezza e la conformità normativa.
Chi ha l’obbligo di verificare gli impianti di messa a terra
Secondo il D. Lgs. 81/2008 e il D.P.R. 462/01, la responsabilità di garantire la regolarità delle verifiche periodiche di messa a terra ricade sul datore di lavoro. Essendo responsabile della sicurezza sul luogo di lavoro, il datore di lavoro deve assicurarsi di scegliere un fornitore per il controllo dell’impianto di messa a terra accreditato da ACCREDIA ai sensi della ISO 17020 e del DPR 462/01.